Arte Cinetica e Programmata: Quotazioni
L’Arte Cinetica è una corrente artistica contemporanea che vide il suo periodo di maggior successo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento e prese piede in particolar modo in Europa. In Italia questa tipologia di arte si sviluppò in maniera leggermente diversa, divenendo nota come Arte Cinetica e Programmata o, semplicemente, Arte Programmata.
In America, invece, evolverà portando alla nascita dell’Optical Art. Molto spesso questi tre movimenti vengono identificati sotto il solo termine di Arte Cinetica nonostante, in realtà, si tratti di correnti simili, ma non uguali.
Somiglianze e differenze tra Arte Cinetica, Programmata e Optical
Arte Cinetica, Programmata e Optical vengono accomunate principalmente dal fatto che gli artisti utilizzarono nelle proprie opere nuovi metodi tecnologici sfruttando la meccanica degli oggetti.La differenza sta invece nell’obiettivo con cui creano le opere: nell’Arte Cinetica l’attenzione è puntata sullo studio dei meccanismi del movimento; nell’Arte Programmata ci si concentra invece su quelli della visione; infine, nell’Optical Art l’attenzione è focalizzata sullo studio dei fenomeni ottici della luce.
Le caratteristiche dell’Arte Cinetica
L'Arte Cinetica nacque durante il Dopoguerra, nello stesso periodo in cui l’astrazione geometrica iniziò il suo declino, con lo scopo di coinvolgere lo spettatore sia sul piano percettivo che su quello psicologico portando all’interno delle proprie opere il movimento: le origini della parola cinetica sono infatti da identificarsi nel termine greco chinesis, che vuol dire proprio movimento.Il movimento può essere sia reale che virtuale, spostando il punto di vista di colui che osserva l’opera. Per far questo gli artisti appartenenti alla corrente dell’arte cinetica utilizzarono, ad esempio, l’accostamento di colori e figure geometriche semplici per creare effetti ottici che davano proprio questa idea di movimento. In generale si sfruttarono le leggi dei colori, dei contrasti, delle scale tonali, delle forme e dello spazio, creando opere il cui significato andava oltre ciò che si poteva vedere ad un primo sguardo.
Nell’Arte Cinetica era implicata quindi la presenza all’interno delle opere di una componente mobile, che fosse in grado di muoversi in modo meccanico autonomamente o manualmente attraverso l’azione diretta dello spettatore, per dargli la possibilità di inserirsi sempre più profondamente nell’opera.
Le caratteristiche dell’Arte Programmata
Arte Programmata è la definizione sotto cui vennero unificate una serie di opere create da un gruppo di artisti italiani tra la fine degli anni Cinquante a i primi dei Sessanta. Questo nome fu inventato dall’artista, designer e scrittore milanese Bruno Munari e dallo scrittore Umberto Eco nel dicembre del 1961. Il termine venne poi utilizzato nel 1962 in occasione di una mostra che si tenne nel negozio Olivetti di Milano, dove furono esposti i lavori di questi artisti e che ebbe molto successo, tanto che venne poi portata non solo in esposizione in diverse città d’Italia, ma anche in Europa e America.Le opere di Arte Programmata venivano solitamente create grazie al supporto di un programma di calcolo che dava origine casualmente a pattern visivi e accostamenti cromatici particolari, inoltre vennero concepite per poter essere trasformate in base ai rumori che provenivano dall’ambiente in cui erano esposte ed anche in base all’interazione che gli spettatori avevano con le opere stesse.
I maggiori esponenti dell’Arte cinetica e programmata
Come anticipato, essendo tutte correnti con molte affinità quella Cinetica, Programmata e Optical, diversi artisti arrivarono a sperimentare, negli anni, più stili.Ad esempio i francesi del GRAV (Groupe de Recherche d’Art Visuel) operarono in tutte e tre queste correnti ed i suoi maggiori esponenti furono: Horacio García Rossi, Julio Le Parc, François Morellet, Francisco Sobrino, Joël Stein, Yvaral.
Sempre nel campo dell’Arte cinetica ricordiamo anche gli artisti: Hugo Demarco e Jesús-Rafael Soto. Per quanto riguarda l’Arte programmata invece, oltre a Bruno Munari, si distinsero diversi altri artisti italiani, come Enzo Mari e quelli appartenenti al Gruppo T, composto da Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi e Grazia Varisco, e anche al Gruppo N, con Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi.