Optical Art: Artisti e Quotazioni
L'Optical Art, conosciuta anche come Op Art, è una tipologia di Arte Astratta che nacque negli Stati Uniti d’America ed in Europa intorno agli anni Sessanta e continuò a svilupparsi durante gli anni Settanta. Gli artisti appartenenti a questo movimento decisero di sfruttare i loro studi riguardanti la psicologia percettiva per applicarli all’arte, conferendo alle proprie opere il senso di illusione e distorsione ottica che le contraddistingue.
Le origini e la diffusione dagli anni Settanta
Originariamente il movimento Op Art venne considerato negativamente dalla critica, che lo confrontò con le opere della corrente del Bauhaus e non vi vide alcuna originalità. Fu solo nel 1965 che la critica cambiò la propria posizione riguardo a questa corrente quando, dopo la mostra "The Responsive Eye" che si tenne a New York, riconobbe che si trattava di una forma d’arte tutta nuova. Così l’Optical Art divenne un movimento conosciutissimo sia in America che in Europa.Inoltre negli anni Settanta la Op Art divenne così diffusa che arrivò a contaminare anche il mondo extra-artistico in quanto i motivi tipici delle opere Optical vennero utilizzati sia per le decorazioni sia come trame nell'abbigliamento, soprattutto in quello di alta moda.
Le caratteristiche dell’Arte Optical
L’Op Art è stata una tipologia di Arte Astratta, molto legata ai movimenti dell'Arte Cinetica e Programmata e dell'Arte Costruttivista, che approfondivano lo studio dell’illusione bidimensionale.Fu un tipo di arte essenzialmente grafica, i cui esponenti vollero, sfruttando oculatamente la combinazione di linee e griglie, produrre negli osservatori uno stato di instabilità percettiva, stimolando così la loro immaginazione e coinvolgendoli nelle proprie opere.
Lo scopo di queste opere bidimensionali era infatti quello di regalare agli spettatori l’impressione che ciò che era dipinto si muovesse, si deformasse ma anche di creare l’illusione che nel disegno fossero nascoste altre immagini, grazie all’accostamento studiato, oltre che delle linee, di soggetti astratti, sfruttando anche l’uso del colore. Originariamente gli artisti Optical utilizzarono solo la tecnica del Bianco e Nero, per poi evolversi e inglobare nel loro stile anche l’utilizzo dei colori.
I maggiori esponenti dell’Optical Art
Come anticipato, l’Optical Art si diffuse anche in Europa e qui si crearono diversi gruppi. I più importanti furono: il Gruppo Zero in Germania, il Groupe de recherche d’art visuel (GRAV) in Francia e i Gruppi N e T in Italia.Uno dei primi esponenti dell’Op Art fu il pittore ungherese Victor Vasarely, considerato da molti come il vero fondatore del movimento: le sue opere erano basate perlopiù su composizioni in cui l’effetto ottico era fortissimo. Nella sua carriera espresse sia in forma letterale che artistica i principi della sua arte.
Insieme a Vasarely, anche il pittore statunitense Richard Anuszkiewicz fu tra i primi e più noti esponenti dell’Optical Art. Lui, in particolare, indirizzava le sue opere verso una tipologia di astrattismo particolarmente incentrato sulla luce e sui colori.
Altra artista di estrema rilevanza per l’Op Art fu Bridget Riley, che dal puntinismo di Seurat spostò il suo interesse verso gli effetti ottici, iniziando a dipingere quadri che presentavano una grande varietà di forme geometriche che, grazie al colore che sembra spostarsi da una figura all’altra, produce sensazioni di movimento nell’osservatore.
I maggiori esponenti del GRAV furono: Horacio García Rossi, Julio Le Parc, François Morellet, Francisco Sobrino, Joël Stein e Yvaral (Jean-Pierre Vasarely). Per quanto riguarda il tedesco Gruppo Zero troviamo invece: Heinz Mack, Otto Piene e Günther Uecker.
Gli artisti italiani appartenenti al Gruppo T e Gruppo N furono soprattutto protagonisti dell’Arte Programmata, ma sperimentarono anche nell’Optical Art, tra loro ricordiamo: Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi e Grazia Varisco, Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi.