Alfonso Borghi

Campegine di Reggio Emilia, 1944

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Alfonso Borghi, sensibile all’arte fin da giovane, compie la sua prima personale a 18 anni mediante l’intercessione di un collezionista. Subito dopo compie un viaggio a Parigi, città in cui ha modo di compiere una ricerca che lo avvicina all’Espressionismo. Surrealismo e figurativismo morandiano risultano per l’autore cifre attraverso le quali struttura una materia carica di luci: una sorta di yin e yang cromatico in cui gli elementi pittorici si fondono restituendo una massa cromatica del tutto originale.
Sul finire degli anni Settanta le opere di Alfonso Borghi oltrepassano il confine nazionale approdando a Berlino, Barcellona, Vienna, Parigi e New York. A partire dagli anni Ottanta si accosta all’arte plastica, donando un senso tridimensionale alle opere che già vivono sulla tela.
Più avanti l’autore sperimenta anche la scultura, la ceramica e la pittura su vetro. Il Palazzo di Giustizia, nel 2005, gli commissiona tre opere le quali si aggiungono alla prestigiosa quadreria insieme a Sironi, De Chirico e Carrà. Nel 2010, presso la galleria San Carlo di Milano, organizza la mostra “La Caduta degli angeli ribelli”. Nel 2013, presso Palazzo Carandini di Modena, inaugura la rassegna espositiva intitolata “Suite Modena”. Nello stesso anno, a Pechino, inaugura una grande mostra presso lo spazio 751 D Park Events.
In questo frangente, la cifra pittorica di Alfonso Borghi restituisce tutta la valenza del tempo racchiusa nella materia: un ritmo che si costituisce principalmente da una serie di linee verticali che scandiscono l’essenza del tempo. A seguito di numerose rassegne espositive nazionali e internazionali, le sue opere si trovano nei principali musei europei oltre che all’interno di prestigiose collezioni private.