Antonio Pedretti

Gavirate, 1950

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Antonio Pedretti frequenta la scuola di pittura del Castello Sforzesco e l’Accademia di belle Arti di Brera che abbandona nel 1972. All’età di sedici anni allestisce la prima mostra personale presso la Galleria Cà Vegia di Varese: le opere presenti sono dipinte a spatola e rappresentano, attraverso un sentimento romantico, vecchi casolari, paesaggi, fiori e alberi e scenari lacustri. Quest’ultimo tema accompagnerà l’artista lungo tutto il suo percorso.
Dopo numerose rassegne espositive, fra le quali il Premio Nazionale Varese, Antonio Pedretti organizza una personale alla Galleria Ghiggini di Varese presentando alcuni nudi che ricordano certe dolcezze segniche di De Pisis. Due anni dopo espone alla Galerie L'Angle aigu di Bruxelles, ottenendo un grande riconoscimento da parte della stampa belga.
In seguito alla mostra si prende una pausa di riflessione durante la quale sperimenta nuove tecniche mutando l’approccio artistico. Da questa fase escono paesaggi immaginari costituiti solo da onde marine, specchi d’acqua percorsi da una luce vivida costruita attraverso i gialli e i verdi, quasi un dagherrotipo. In queste opere assume importanza il gesto (che richiama l’action painting di Pollock) che consente al colore di espandersi e intrecciarsi, ottenendo effetti cromatici molto freschi e variegati che ricordano i gomitoli di ramaglie presenti nei boschi.
Nel 1982 Antonio Pedretti presenta l’ultimo ciclo pittorico alla mostra “Ceneri a reazione” al Luogo di Gauss di Milano, presentata da Viviana Conti. Avanza cosi nell’artista l’idea di frammento riconducibile al ricordo. Le trasparenze che raggiunge attraverso l’uso delle resine portano alla mente i cieli tiepoleschi.