Enrico Colombotto Rosso

Torino, 1925 - Casale Monferrato, 2013

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Enrico Colombotto Rosso, dopo svariati lavori, diventa un personaggio di spicco dell’ambiente pittorico torinese. La sua pittura richiama la Secessione viennese e il neo – liberty, decorativa e pregna di figure macabre ed esili. I soggetti rappresentati appaiono irrequieti e timorosi della morte mentre i temi trattati dall’autore che vanno dalle camere a gas ai campi di concentramento. La cifra stilistica di Enrico Colombotto Rosso restituisce i drammi prodotti dalla storia.
Nel 1948 conosce il gallerista Mario Tazzoli che nella sua galleria ospita autori come Bacon, Balthus, Schiele e Klimt. Sul finire degli anni Quaranta compie un viaggio a Parigi, conoscendo Max Ernst, Leonor Fini e Dorothea Tanning, autori affini alla sua cifra. Nel decennio successivo compie un viaggio a Londra, Stoccolma e New York, durante il quale conosce molti artisti tra cui Andy Warhol.
Dal 1964 fa parte del movimento artistico torinese Surfanta, fondato dal pittore surrealista Lorenzo Alessandri. Nel 2000 la regione Piemonte gli organizza una grande ontologica presso la sala Bolaffi. Nel 2002 Vittorio Sgarbi lo invita alla mostra "Surrealismo padano: da De Chirico a Foggiani".