Francesco Gioli

San Frediano a Settimo, 1846 - Firenze, 1922

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Francesco Gioli studia pittura presso l’Accademia di Pisa, sotto la guida di Annibale Mariani, e successivamente si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze. I suoi esordi pittorici avvengono con soggetti storici. Nel 1868 compie la sua prima esposizione presso la Società d’Incoraggiamento di Firenze esponendo le opere "Carlo Emanuele I di Savoia" e "Ambasciatore di Spagna".
Negli anni Settanta si avvicina alla “macchia” di Fattori e di Telemaco Signorini, percependo in modo chiaro la sua poetica. Nel 1870 è presente alla Mostra Italiana di Parma, ottenendo la medaglia di bronzo con l’opera "Angelus domini della mattina". Nel 1878, Martelli da Parigi, gli comunica il desiderio di avere alcune sue opere insieme a quelle di Signorini e altri macchiaioli, con l’auspicio di comporre una raccolta internazionale di impressionisti. Nello stesso anno espone a Firenze ed a Parigi presso l’Esposizione Universale dove presenta il dipinto "Passa il viatico", considerato il suo capolavoro ed elogiato persino da Edgar Degas.
Negli anni seguenti Francesco Gioli è presente in molte mostre nazionali e internazionali come all’Internazionale di Londra del 1884. Nel 1888 diviene professore presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e l’anno successivo a quella di Firenze.
La freschezza delle prime opere di Francesco Gioli lascia il posto a sentimenti nostalgici venati di sottile intellettualità, affine alle tematiche proposte dalla corrente divisionista unita alle tematiche delle Secessioni. Nel 1909 partecipa alla Biennale di Venezia, esponendo una serie di pastelli di impronta divisionista.