Marcello Lo Giudice

Taormina, 1957

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Marcello Lo Giudice frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso e Virgilio Guidi. Dopo un’esperienza concettuale (anni 70) durante la quale utilizza carta e cera, intraprende una ricerca in cui la luce ed il metamorfismo della materia si fondono creando paesaggi geologici, quasi remoti.
Nel 1988 tiene la sua prima personale presso la Galleria del Naviglio, presentando tele dall’accentuato strato materico. Nel 1987 espone presso la Gallery Samuel Lallouz di Montréal. Nel 2003 organizza una mostra a Muscat, in Oman. Più tardi l’autore instaura rapporti con la Francia, esponendo in numerose occasioni. Il critico d’arte Achille Bonito Oliva, nel 1998, gli cura una mostra presso la Fondazione Mudima di Milano.
Definito un pittore tellurico per il suo forte legame con la natura organica, nel 1999 Marcello Lo Giudice apre una ricerca rivolta ai Totem: vecchi materassi bucati vengono svuotati, bruciati e poi colorati mediante pigmenti volti a simboleggiare le barbarie della guerra. Attorno al 2000 l’autore evolve il ciclo dei Totem innestando in essi una serie di farfalle in ceramica a simboleggiare la bellezza che si poggia sulla violenza prodotta dalla guerra.