Vittorio Corona

Palermo, 1901 - Roma, 1966

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Vittorio Corona a partire dal 1913 frequenta lo studio di Giovanni Varvaro e, in poco tempo, si introduce nei circoli artistici della città. Nel 1922 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Palermo, organizzando una piccola mostra presso Villa Gallidoro di Palermo. Nello stesso anno partecipa alla I Esposizione Giovanile presentando le opere "Madonna in festa", "Tentazioni + preghiera" e "Danzatrici". Quest’ultima lo porta a vincere la medaglia d’oro alla Rassegna di Arti figurative di Messina. Nel 1926 viene invitato alla XV Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia con le opere "La caduta delle stelle" ed "Armature d’amore".
Partecipa alla sezione futurista presso la Mostra Die Abstrakten di Berlino. In questo frangente Vittorio Corona entra a pieno titolo nel nuovo Futurismo italiano (secondo Futurismo). Sul finire degli anni Venti partecipa alla Grande Mostra d’Arte Futurista Nazionale di Palermo esponendo "Dinamismo aereo", "Marinetti", "Il Duce", "Tricolore" ed altre opere. Nel 1928 è nuovamente presente alla Biennale di Venezia presentando le opere "Dinamismo", "Onda Marina + sirene dal mare" ed alcuni bozzetti.
Durante gli anni Trenta insegna Decorazione a Palermo. Nel 1932 espone alla galleria Il Milione di Milano insieme a Guttuso, Leo Castro ed altri autori e partecipa alla XIX Biennale di Venezia.
Nel dopoguerra la cifra stilistica di Vittorio Corona diviene espressionista e viene presentata, nel 1954, presso il Salone Grande Albergo Nuove Terme di Acqui. Nel 1956 tiene una personale alla Galleria in Via del Vantaggio presentando una serie di acquerelli.

Nel 1966 chiude la sua lunga carriera presentando l'opera "Elettrocuzione", ispirata alla sedia elettrica di Chessman.