Albino Galvano

Torino, 1907 - 1990

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Albino Galvano a seguito degli studi classici decide di dedicarsi alla pittura a fianco di Felice Casorati con l’obbiettivo di apprendere “il segreto di una sintesi in cui il dato naturale risulta assorbito e trasfigurato”. Nel 1930, partecipa alla Biennale di Venezia presentando opere aderenti al postimpressionismo (stilistica praticata fa Gruppo dei Sei).
I temi pittorici presentati sia alle Biennali sia alle Quadriennali risultano antinovecenteschi: pesci, molluschi, conchiglie, libri accartocciati, paesaggi incerti, richiamano alcuni tratti di Cèzanne. Nel 1941 è assistente alla cattedra di pittura di E. Paulucci presso l’Accademia Albertina di Torino. Dal 1942-78 insegna storia della filosofia negli istituti liceali.
Tra il 1945-49 Albino Galvano realizza una fase del tutto espressionista, conseguentemente presentata alla Biennale di Venezia. Questa nuova fase offre una singolare semplificazione dei contorni i quali vengono contrastati da ampie campiture di colore.
Alla fine degli anni Cinquanta Albino Galvano compie un’inversione stilistica avvicinandosi ai fiori (Iris), concepiti come omaggio a Mallarmè, i quali sembrano alludere alla figuralità. La sua pittura viene conosciuta in tutta Italia e presentata da molte gallerie.