Giuseppe Migneco

Messina, 1903 - Milano, 1997

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Giuseppe Migneco, dopo gli studi classici, si trasferisce a Milano per studiare medicina. Nel capoluogo lombardo si guadagna da vivere disegnando bozzetti per il “Corriere dei piccoli”. Abbandonati gli studi di medicina, si rivolge totalmente alla pittura realizzando opere vagamente autobiografiche.
La sua continua voglia di ricerca lo trascina a conoscere pittori come Aligi Sassu, Renato Birolli, Raffaele De Grada, che lo guidano alla scoperta del mondo pittorico. Nel 1937 Giuseppe Migneco è tra i fondatori del movimento “Corrente”, contrario alla promozione dell'isolamento culturale da parte del fascismo e con obiettivo di sviluppare una cultura europea moderna. Nel 1939 partecipa alla prima mostra organizzata dal gruppo presso la permanente di Milano.
Giuseppe Migneco, dunque, sviluppa un’arte impegnata che riconosce l’artista nel contesto sociale e politico. Pertanto la sua cifra stilistica restituisce un sentito realismo sociale (inizialmente di matrice cubista) caratterizzato dall’influsso del muralismo messicano. I netti contorni delle figure e l’uso di colori prevalentemente accesi donano una tagliente linearità alle opere.
Nel 1947 espone a Milano presso la galleria della Spiga e partecipa al Premio Bergamo con l’opera "Cacciatori di lucertole". Ritornato dalla guerra, espone alla galleria Il Cavallino di Venezia. Le sue figure portano in sé tutta la tradizione decorativa e narrativa dei carretti siciliani, immobili senza tempo.
Negli anni Cinquanta la fama di Giuseppe Migneco si consolida, consacrandolo fra i maestri dell’arte italiana contemporanea. In questi anni espone presso gallerie nazionali e internazionali come a Boston, Parigi, Stoccarda, New York, Amsterdam, Amburgo e Zurigo. Nel 1958 partecipa alla XXIX Biennale di Venezia.
Di impronta espressionista non conosce i mezzi toni. Lo stile dell'artista è ben visibile nei volti che dipinge, sempre ricchi di fatica e dolore.