Pittura Metafisica: Artisti e Quotazioni
La Pittura metafisica è una corrente pittorica italiana che si è sviluppata agli inizi del Novecento ed è una delle principali Avanguardie artistiche che caratterizzarono quel periodo storico. Al giorno d’oggi non è ancora chiaro cosa i pittori intendessero per metafisica, quel che sappiamo è che questo termine venne utilizzato per esprimere “ciò che esiste oltre l'apparenza sensibile della realtà empirica”.
Quando si parla per la prima volta di arte metafisica
Fu Giorgio de Chirico nel 1911, durante un suo soggiorno a Parigi, ad utilizzare per primo l’appellativo di dipinti metafisici per riferirsi ad alcune sue opere ed anche a quelle di grandi artisti del passato. In particolare, come lui stesso affermerà in un manoscritto del 1912, l’opera prima dell’arte metafisica fu la sua “L'enigma di un pomeriggio d'autunno”, dipinta nel 1910.È nel 1917 però che, dall’incontro tra De Chirico e l’artista metafisico Carlo Carrà a Ferrara (che secondo De Chirico era “la città più metafisica”), nacque la “scuola metafisica”. Fu solo in quegli anni infatti che la Pittura Metafisica assunse i caratteri di "corrente" vera e propria e si iniziarono a stabilire i canoni che avrebbero identificato di lì in avanti quali fossero opere metafisiche e quali no.
La pittura metafisica e le sue caratteristiche
Lo stile che contraddistingue le opere dei pittori metafisici è l’utilizzo di immagini che trasmettono un senso di mistero e allucinazione con una forte carica suggestiva, ricche di atmosfere magiche ed enigmatiche che generano, in chi osserva il dipinto, un senso di silenzio assoluto.Fondamentali per ottenere questo effetto enigmatico sono diversi elementi, primo su tutti l’utilizzo di diversi punti di fuga tra loro non coerenti per costruire la prospettiva del quadro; così facendo l’occhio di chi guarda è obbligato a cercare e capire il vero ordine delle immagini.
Altro aspetto importante è la scomparsa di figure umane, che vengono sostituite da ombre, statue, personaggi della mitologia, manichini e volti senza occhi o bocca, a simboleggiare la solitudine. Inoltre le scene rappresentate si svolgono in un tempo non ben definito, su uno sfondo cromatico molto piatto ed uniforme. Infine a destare ancor più confusione in chi osserva le opere metafisiche sono le ombre, che risultano insolitamente lunghe se confrontate con la luce rappresentata nell’opera.
Punto forte dei dipinti metafisici sono però anche le ambientazioni, contraddistinte da scene nitide, senza alcunché di non riconoscibile o deformato. Luoghi o situazioni tipiche che vengono rappresentate sono piazze, torri, statue, edifici senza tempo e nature morte.
Pittori metafisici: i maggiori esponenti
Per molti anni la pittura metafisica si basò solo ed esclusivamente sull’evoluzione stilistica del pittore Giorgio de Chirico. È grazie a lui e al fratello Alberto Savinio (pseudonimo di Andrea de Chirico) se oggi possiamo parlare di “metafisica” riferita ad un movimento artistico. Entrambi ebbero un ruolo importantissimo nella creazione della poetica metafisica.Le scene enigmatiche delle opere di De Chirico stupiscono soprattutto per l’apparente semplicità di ciò che raffigurano: una realtà che somiglia a quella reale ma, appunto, solo in apparenza. Si ipotizza che nella creazione di questo stile pittorico egli possa esser stato influenzato dall’aspetto “metafisico” delle rovine delle antiche città osservate nell’infanzia trascorsa in Grecia. I frammenti che si osservano in questi siti archeologici hanno perso ogni significato “reale” e diventano oggetti enigmatici, non più riconducibili alla completezza e al senso originario.
Fu solo nel 1916 che altri artisti italiani, facendosi ispirare dai quadri di De Chirico, iniziarono a dipingere opere metafisiche. Il primo artista di maggior rilievo a convertirsi alla metafisica è stato il futurista Carlo Carrà che, come accennato poche righe sopra, collaborò insieme a De Chirico alla nascita della “scuola metafisica”. Il passaggio dall’essere un futurista ad un pittore metafisico si notò soprattutto nel 1917 quando, in una sua mostra a Milano, presentò diverse opere in cui era davvero evidente l’influenza che aveva subito dalla visione delle tele di De Chirico. Ironicamente, essendo Carrà ben più noto di De Chirico, in Italia la prima mostra del maestro della metafisica si tenne solo 2 anni dopo, nel 1919.
Per un breve periodo (dal 1918 al 1919) anche un altro artista futurista divenne un pittore metafisico: parliamo di Giorgio Morandi che, nonostante la sua piccola parentesi, fu uno dei maggiori esponenti dell’arte metafisica.