Gianni Piacentino

Coazze, 1945

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Gianni Piacentino a partire dagli Sessanta avvia una ricerca che lo porta a conoscere i massimi rappresentanti dell’Arte Povera con i quali partecipa a diverse collettive tra cui “Arte Povera più azioni” ad Amalfi nel 1968. Nel 1966 alla mostra “Arte Abitabile” presso la galleria Sperone di Torino l’autore condivide con Michelangelo Pistoletto e Piero Gilardi l’idea di un’arte che entra nell’ambiente. L’intento di Gianni Piacentino è quello di realizzare strutture essenziali capaci di evocare gli oggetti dell’universo. Colore e linee risultano i due cardini su cui ruota la produzione di questi anni, pur considerando le prerogative della Minimal Art.
La cifra stilistica di Gianni Piacentino restituisce strutture di legno colorato, ognuna delle quali colorate diversamente a formare un suggestivo campionario di colori. In questo frangente il suo intento artistico è quello di sviluppare un valore ottico - percettivo unito all’ambiguità tra oggetto reale e oggetto mentale. Sul finire degli anni Sessanta l’autore realizza "Dark Prussian - Blue Portal IV", un’ipotetica porta d’accesso attraverso cui l’osservatore può interagire con essa.