Gilberto Zorio

Andorno Micca, 1944

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Gilberto Zorio partecipa alla prima collettiva nel 1963 presso una galleria d’arte di Torino. L’anno successivo risulta essere uno degli esponenti di spicco dell’arte povera, movimento artistico sorto in Italia nella seconda metà degli anni sessanta. La sua prima mostra personale avviene nel 1969 a Parigi alla Galerie Ileana Sonnabend.
A partire da questo periodo gli elementi delle opere di Gilberto Zorio sono le stelle, le lance, le pelli di animale. L'artista risponde all’arte creando opere vive, dotate di una loro fluidità che rimuove i materiali dalla loro posizione iniziale. Innesca processi chimici creando meravigliosi colori su lastre di piombo o in bacili dalle forme antiche. Le opere come "Filo incandescente", "Giavellotto" e "Raggio laser" rappresentano i vettori dell’energia che costituiscono di volta in volta la forma stellare. Gilberto Zorio, dunque, trasforma la materia dando vita a opere in continuo mutamento, dotate di propria forza e forma vitale. La stabilità contro l’instabilità.
Nel 1973 partecipa alla decima Quadriennale di Roma. È presente al Kunstmuseum di Lucerna nel 1976 ed allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1979. Prende parte alle Biennali di Venezia nelle edizioni del 1978, 1980 e 1986. In quest'ultima edizione viene assegnata all'artista una sala personale.