Lionello Balestrieri

Cetona, 1872 - Napoli, 1958

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Lionello Balestrieri studia presso l’istituto di Belle Arti di Roma e Napoli sotto la guida di Giacchino Toma e Domenico Morelli. Incuriosito dai circoli bohèmien di Parigi, decide di trasferirsi all’età di vent’anni nella città francese lavorando come assistente dell’incisore Osvaldo Tofani. In questo frangente Lionello Balestrieri contribuisce alla realizzazione d’incisioni rivolte all’edizione della Divina Commedia.
La sua cifra stilistica assorbe l’influsso artistico parigino, realizzando dipinti che vedono scene d’interni popolate da persone in festa ed altre, dai volti smarriti, avvolte nella solitudine. Uno stile influenzato dalla corrente impressionista, dai macchiaioli e dal realismo sociale. Grazie alla conoscenza del violinista Giuseppe Vannicola si appassiona alla musica classica e, nel 1889, realizza un dipinto raffigurante Beethoven che viene premiato all’Esposizione Universale del 1900 a Parigi. Il dipinto mostra una stanza in penombra in cui il violinista suona per poche persone immerse nei loro pensieri.
Nel 1902 Lionello Balestrieri viene a conoscenza che il suo mentore sta morendo e viaggia subito a Napoli. Da quest’ultimo incontro scaturisce l’opera "Gli ultimi giorni di Domenico Morelli", esposta a Monaco nel 1902 e poi a Venezia l’anno successivo. L’opera si trova oggi presso la Galleria Civica di Udine.
A partire dagli anni Venti, influenzato dal futurismo, dipinge opere come "Musical Sensations" (1923) e "Victorius March", rivolta a Mussolini.