Gruppo Azimuth: Artisti e Quotazioni
Quando si parla di Gruppo Azimuth in ambito artistico ci si riferisce a due diverse “situazioni”, collegate tra loro ma di diversa tipologia: con il termine “Azimuth” si fa riferimento ad una rivista di arte, mentre con “Azimut” si intende invece riferirsi ad una galleria d’arte milanese aperta dai fondatori della omonima rivista (con l’ “h” finale però).
La rivista Azimuth
Azimuth è stata una rivista di arte che venne fondata nel 1959 dall’artista Piero Manzoni e dal pittore Enrico Castellani. Questa rivista uscì in soli due numeri, il primo pubblicato nel settembre del 1959 e il secondo nel maggio 1960. La rivista aveva una importante impronta teorica sull'arte e infatti, nonostante i pochi numeri usciti, pubblicò i testi di diversi intellettuali e critici dell’epoca, tra cui Gillo Dorfles, Guido Ballo, Vincenzo Agnetti e Bruno Alfieri; opere di artisti come Lucio Fontana, Agostino Bonalumi, Yves Klein, Jean Tinguely, Jasper Johns, Robert Rauschenberg; ed anche alcune poesie scritte, tra gli altri, da Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini, Elio Pagliarani, Leo Paolazzi ed altri.In particolare nel secondo numero della rivista ricordiamo i testi: "Continuità e nuovo" di Enrico Castellani; "Libera dimensione" di Piero Manzoni; "Una nuova concezione di pittura" di Udo Kultermann; "L'oscurità e la luce" di Otto Piene. Tutti i testi vennero pubblicati in tre lingue: italiano, francese e inglese.
La galleria Azimut a Milano
Ispirati dall’esperienza con la rivista Azimuth, i due fondatori, Manzoni e Castellani, decisero di aprire, nel mese di dicembre del 1959, la galleria “Azimut”, differenziandola dalla rivista per la mancanza della “h” finale. La galleria Azimut era un piccolo seminterrato situato nel centro della città di Milano in cui, contrariamente all’esiguo numero di uscite della rivista, si vide in poco meno di otto mesi la realizzazione e l’allestimento di ben 13 esposizioni, sia di singoli artisti che di collettive.La mostra di inaugurazione si tenne il 4 dicembre 1959 e fu la monografica delle cosiddette “linee” di Piero Manzoni, ovvero delle linee scritte su fogli di carta dalle dimensioni variabili, che venivano poi arrotolati su loro stessi e chiusi in cilindri neri su cui vennero segnati: autore, lunghezza e data dell’opera.
Anche l’ultima esposizione, realizzata il 21 luglio 1960, fu di Manzoni. In questa mostra-evento l’artista fece addirittura mangiare a chi la visitava delle uova sode su cui aveva impresso la sua impronta digitale.
L'importanza del movimento sulla cultura artistica del Novecento
Quella della rivista e della galleria fu sì un’esperienza breve, ma anche molto intensa, tanto che lasciò segni profondi che caratterizzarono la cultura artistica del Novecento. I due giovani fondatori riuscirono infatti a coinvolgere in questo progetto sia personalità del mondo dell’arte già affermate - come i già citati Lucio Fontana e Gillo Dorfles - ma anche, e soprattutto, intellettuali e artisti giovani ed alle prime esperienze - come Vincenzo Agnetti, Yves Klein, Kurt Schwitters e Jasper Johns - dei quali pubblicarono testi e immagini.I fondatori del Gruppo Azimuth
Piero Manzoni ebbe una breve carriera ma, nonostante ciò, venne identificato come una delle figure più innovative del Novecento grazie a una serie di opere che, ancora oggi, si confermano essere fondamentali nella ridefinizione del concetto di arte. Tra queste ricordiamo in particolare le “linee” (citate prima), gli “Achrome” e anche le anticipazioni di idee concettuali con l’opera “Merda d’artista”. Le sue opere sono presenti in diverse importanti collezioni pubbliche sparse in tutto il mondo.Enrico Castellani, anch’esso considerato come una delle figure di maggior rilievo dell'arte europea della seconda metà del Novecento, dopo le sue prime esperienze di carattere informale, elabora, insieme a Manzoni, un nuovo punto di partenza per l’arte con il progetto Azimut/Azimuth, attraverso cui venne proposta la disconnessione totale dalle precedenti esperienza artistiche.