Tom Wesselmann

Cincinnati, 1931 - New York, 2004

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Tom Wesselman, interprete della Pop Art, prende subito le distanze dalla bulimica serialità di Warhol, restituendo opere dal forte valore estetico. L’autore denuda la quotidianità presentando grandi nudi di donna (pin-up), prodotti da supermercato, labbra Kitsch, sigarette, unite alle nature morte.
Ispirato dalla tavolozza di Matisse, realizza un “nuovo realismo” teso a raccontare la quotidiana realtà mediante un’armonia (compositiva e cromatica) mai vista prima. Esordisce negli anni Sessanta presentando i Grandi nudi, uniti alla serie degli Smokers: enormi labbra dalle quali pendono sigarette accese.
Tom Wesselman unisce armonia, equilibrio e raffinatezza esecutiva, attraverso cui riflette l’imperativo dell’apparire come primo sintomo della massa moderna. Donne sedute, che lavorano, che fumano, rilassate, attestano l’ozio esibizionista.
Negli anni Sessanta l’autore realizza intere stanze occupate da figure femminili immortalate nella loro massima intimità. L’immagine femminile che l’autore pone al centro di ogni sua opera viene presa in considerazione da Stanley Kubrick, il quale la ripropone in “Arancia meccanica” (1971). Le donne di Tom Wesselman compendiano lo stesso degrado morale dei protagonisti di Kubrick.